Una vista del porto marittimo di Le Havre |
“Les sanglots longs
des violons
de l’autumne.
Blessent mon coeur
D’une langueur
Monotone”.
Chi è amante di letteratura e
poesia avrà sicuramente riconosciuto i primi sei versi della Chanson d’autumne di Paul Verlaine,
poeta francese simbolista dell’Ottocento.
Questi versi sono stati resi
famosi dalla BBC nella notte del 5 giugno 1944, in quanto messaggi segreti per
informare la Resistance che lo sbarco alleato in Francia sarebbe avvenuto entro
48 ore in Normandia, ed è qui, a Le Havre, che si è oggi sviluppato uno dei più
efficienti esempi di organizzazione giovanile.
In questi giorni (oggi per
esempio ne parla “La Gazzetta dello Sport”) è di grande attualità il dibattito
riguardante il concetto e la struttura di un qualsiasi Settore Giovanile in
Italia, soprattutto guardando i dati dei pochi, pochissimi, giovani atleti
prodotti dalle nostre cantere negli
ultimi anni.
Il vero significato del
simbolismo della Chanson d’autumne è
il crescere male, il diventare vecchi con una disposizione negativa, errata nei
confronti della vita.
I giovani atleti di oggi
devono invece divenire professionisti in una maniera sana, corretta, vivendo lo
sport ed imparando tramite buoni maestri, ottime strutture e soprattutto un
movimento collettivo e nazionale che sappia valorizzarli mediante una mentalità
che sappia vedere al di là del mero risultato giornaliero o della singola
vittoria: solo allora “i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno”,
rappresentati dalle grandi prestazioni individuali e dalle strisce negative
delle nostre Nazionali, cesseranno la propria musica.
Alcune strutture del Centre d'Entreinament dell'HAC |
Le Havre è uno splendido
porto dallo stile inglese situato sull’estuario della Senna, antico e
principale porto commerciale della Manica francese dal 1600 alla metà del 1800, tant’è
che da qui, dalla vicina perla di Honfleur, partirono gli avventuri che
fondarono la città di Quebec.
Molti di voi la ricorderanno probabilmente per il film comico francese "Giù al Nord" o per la commedia "Miracolo a Le Havre".
La città, fiorita grazie al
grande turismo naturale delle vicine Étretat e
Honfleur fino a superare la vicina Rouen,
è sì rappresentata nel campionato francese di pallacanestro dal STB Le Havre, lo
scorso anno nella FIBA Europe Cup e retrocessa in Pro B (dove al momento non
sta ben figurando ndr), ma la vera forza della zona è il “Le Havre Athletic
Club”, l’HAC.
I Ciel e Marine, attualmente
in Ligue 2, sono stati il primo club calcistico nato in Francia, nel 1872,
grazie all’iniziativa di studenti di Oxford e Cambridge trapiantati in città.
La splendida Honfleur, da me fotografata nel 2015 |
Il club normanno ha la
particolarità di puntare fortemente sul proprio Settore Giovanile come base
portante dell’organizzazione societaria presente e futura, investendo più nei
propri giovani che in giocatori provenienti dal calciomercato.
L’Accademia è stata fondata
solamente nel 1983, con l’obbiettivo a lungo termine di riunire in un unico
grande Settore Giovanile gli elementi più promettenti delle tante selezioni
locali, arricchite in quegli anni dalle tante famiglie provenienti dalle ex
Colonie dell’Impero Francese, giunte a Le Havre con l’obbiettivo di costruirsi
una piccola fortuna per poi cercare di porre le basi stabili per una piccola
attività al di là del Canale, in Inghilterra.
Da una piccola rete di
osservatori locali, prelevati dai piccoli club locali per osservare gli stessi,
l’HAC è riuscito a creare un’ottima rete prima in tutta la Francia e quindi
nelle maggiori ex Colonie francesi, mediante collaborazioni strette con club
locali.
Lo scouting, e soprattutto il
visionare un giocatore coi propri occhi e non tramite video come spesso accade,
è fondamentale e il Le Havre ne ha fatto la propria filosofia guida nel corso
degli anni.
Alcuni top players di oggi cresciuti in Ciel et Marine |
Questa filosofia ha dato i
suoi frutti negli anni 90’ e, soprattutto, negli anni 2000’.
Nella foresteria e nel centro
studi, i normanni sono stati capaci di sviluppare tanto talento nei giovani.
Scartato da tanti club senza
nemmeno sostenere un provino per la bassa statura, Lassana Diarra ebbe la sua
chance al Le Havre, che lavorò su di lui cambiandogli il proprio ruolo.
Dallo scouting internazionale
provengono Dimitri Payet, Jean-Alain Boumsong, Guillaume Hoarau, Florent
Sinama-Pongolle, Souleymane Diawara e Ryan Mendes, mentre da quello locale Paul
Pogba, Benjamin Mendy, Steve Mandanda, Ryad Mahrez e Charles N’Zogbia fra gli
altri.
Per un club di provincia non
è facile sopravvivere, escluso dalla grande visibilità delle metropoli e dal
grande appeal televisivo, ma il Le Havre ci è riuscito, producendo un numero di
giovani e promuovendoli in prima squadra ogni stagione, per poi venderli ai
grandi club e reinvestire i soldi delle cessioni nelle proprie strutture e
nella propria organizzazione giovanile, in modo da produrre altri giovani in
grado di prendere il posto di quelli appena venduti.
Alcuni giovanissimi nella struttura dedicata allo studio a Saint Laurent de Brèvedent |
Nel 1999 la società normanna
ha aperto la propria cittadella dello sport nella vicinissima Saint Laurent de
Brèvedent, con strutture distribuite
nell’arco di 6 ettari, comprendenti gli uffici amministrativi del club
collocati in un edificio di due piani, un edificio dedicato al dopo scuola e
allo studio per i giovani atleti, un campo regolamentare, un terreno sintetico,
una pista d’atletica dotata di vicine pendenze per i test fisici, tre campi da
tennis, un ristorante, spogliatoi e un locale contenente un centro massaggi e
un infermeria.
Il nuovo Stade Ocèane, da me fotografato nella primavera del 2015 |
Grazie alle percentuali e
alle cifre ricavate dai trasferimenti, la società ha potuto costruire il
moderno Stade Ocèane di fianco all’ormai vetusto Stade Louis Deschaseaux, nei
pressi del noto Pont de Normandie.
Nell’ultima gara di
campionato, vinta 3-1 a Clermont, l’HAC schierava Ferland Mendy (95’), Samba
Camara (92’) Victor Lekhal (94’), Harold Moukoudi (97’) e Nathael Julan (96’),
tutti prodotti del proprio Settore Giovanile.
Nel Luglio 2015 il club è
stato prelevato dall’imprenditore italo-americano Vincent Volpe, in una mossa
che ricorda l’acquisizione dell’A.C. Reggiana da parte di Mike Piazza.
Il texano, da 25 anni
trasferitosi in Normandia per affari nell’industria navale locale, ha posto
come obbiettivo il ritorno in Ligue 1 puntando però non a fare spese folli, ma
a far crescere il club mediante i suoi giovani e qualche acquisto mirato.
Il prossimo investimento in
programma per Volpe è infatti investire una consistente somma nell’ampliare ed
allargare il Centro d’allenamento.
Uno degli stabili del Centre d'Entrenaiment di Saint Laurent |
L’HAC, un piccolo club di una
petit ville, è la dimostrazione che il lavoro coi giovani deve essere di lungo
termine e costruito passo dopo passo, con una tabella di marcia precisa e con
strutture e allenatori adeguati.
In Italia, purtroppo, si
tende a “montare la testa” ad un giovane talentuoso, subito oggetto di
attenzione da parte di molti dopo alcune buone prestazioni: per nostra fortuna
esistono ancora isole felici in cui i nuovi protagonisti esterni del mondo
dello sport non possono entrare, ma per tanti aspetti si rovina la crescita
sana e tecnica di un giovane ragazzo esposto alle tante tentazioni della
propria età.
Vincent Volpe, presidente italo-americano dell'HAC |
Solamente nel momento in cui,
come esposto da Jasmin Repesa, i più, in tutti gli sport, guarderanno ai
ragazzi come una pianta da coltivare nel tempo per raggiungere un determinato obiettivo
(cito la filosofia del Barcellona che sviluppa ogni giovane per farlo esordire
in Prima Squadra), e non più solamente al singolo risultato, solo allora lo
sport italiano cesserà di emettere singhiozzi ed assistere a Nazionali mediocri
imbottite di oriundi e giocatori con scarsa tecnica causa mancanza di
alternative.
E' tempo che lo sport nazionale prenda esempio da realtà come il Le Havre e raggiunga l'altra sponda del Pont de Normandie.
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