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lunedì 17 ottobre 2016

LE HAVRE, INNO ALLA GIOVENTU'


Una vista del porto marittimo di Le Havre


Les sanglots longs
des violons
de l’autumne.

Blessent mon coeur
D’une langueur
Monotone”.

Chi è amante di letteratura e poesia avrà sicuramente riconosciuto i primi sei versi della Chanson d’autumne di Paul Verlaine, poeta francese simbolista dell’Ottocento.
Questi versi sono stati resi famosi dalla BBC nella notte del 5 giugno 1944, in quanto messaggi segreti per informare la Resistance che lo sbarco alleato in Francia sarebbe avvenuto entro 48 ore in Normandia, ed è qui, a Le Havre, che si è oggi sviluppato uno dei più efficienti esempi di organizzazione giovanile.

In questi giorni (oggi per esempio ne parla “La Gazzetta dello Sport”) è di grande attualità il dibattito riguardante il concetto e la struttura di un qualsiasi Settore Giovanile in Italia, soprattutto guardando i dati dei pochi, pochissimi, giovani atleti prodotti dalle nostre cantere negli ultimi anni.
Il vero significato del simbolismo della Chanson d’autumne è il crescere male, il diventare vecchi con una disposizione negativa, errata nei confronti della vita.
I giovani atleti di oggi devono invece divenire professionisti in una maniera sana, corretta, vivendo lo sport ed imparando tramite buoni maestri, ottime strutture e soprattutto un movimento collettivo e nazionale che sappia valorizzarli mediante una mentalità che sappia vedere al di là del mero risultato giornaliero o della singola vittoria: solo allora “i lunghi singhiozzi dei violini d’autunno”, rappresentati dalle grandi prestazioni individuali e dalle strisce negative delle nostre Nazionali, cesseranno la propria musica.

Alcune strutture del Centre d'Entreinament dell'HAC


Le Havre è uno splendido porto dallo stile inglese situato sull’estuario della Senna, antico e principale porto commerciale della Manica francese dal 1600 alla metà del 1800, tant’è che da qui, dalla vicina perla di Honfleur, partirono gli avventuri che fondarono la città di Quebec.
Molti di voi la ricorderanno probabilmente per il film comico francese "Giù al Nord" o per la commedia "Miracolo a Le Havre".
La città, fiorita grazie al grande turismo naturale delle vicine Étretat e Honfleur fino a superare la vicina Rouen, è sì rappresentata nel campionato francese di pallacanestro dal STB Le Havre, lo scorso anno nella FIBA Europe Cup e retrocessa in Pro B (dove al momento non sta ben figurando ndr), ma la vera forza della zona è il “Le Havre Athletic Club”, l’HAC.
I Ciel e Marine, attualmente in Ligue 2, sono stati il primo club calcistico nato in Francia, nel 1872, grazie all’iniziativa di studenti di Oxford e Cambridge trapiantati in città.

La splendida Honfleur, da me fotografata nel 2015


Il club normanno ha la particolarità di puntare fortemente sul proprio Settore Giovanile come base portante dell’organizzazione societaria presente e futura, investendo più nei propri giovani che in giocatori provenienti dal calciomercato.
L’Accademia è stata fondata solamente nel 1983, con l’obbiettivo a lungo termine di riunire in un unico grande Settore Giovanile gli elementi più promettenti delle tante selezioni locali, arricchite in quegli anni dalle tante famiglie provenienti dalle ex Colonie dell’Impero Francese, giunte a Le Havre con l’obbiettivo di costruirsi una piccola fortuna per poi cercare di porre le basi stabili per una piccola attività al di là del Canale, in Inghilterra.
Da una piccola rete di osservatori locali, prelevati dai piccoli club locali per osservare gli stessi, l’HAC è riuscito a creare un’ottima rete prima in tutta la Francia e quindi nelle maggiori ex Colonie francesi, mediante collaborazioni strette con club locali.
Lo scouting, e soprattutto il visionare un giocatore coi propri occhi e non tramite video come spesso accade, è fondamentale e il Le Havre ne ha fatto la propria filosofia guida nel corso degli anni.

Alcuni top players di oggi cresciuti in Ciel et Marine


Questa filosofia ha dato i suoi frutti negli anni 90’ e, soprattutto, negli anni 2000’.
Nella foresteria e nel centro studi, i normanni sono stati capaci di sviluppare tanto talento nei giovani.
Scartato da tanti club senza nemmeno sostenere un provino per la bassa statura, Lassana Diarra ebbe la sua chance al Le Havre, che lavorò su di lui cambiandogli il proprio ruolo.
Dallo scouting internazionale provengono Dimitri Payet, Jean-Alain Boumsong, Guillaume Hoarau, Florent Sinama-Pongolle, Souleymane Diawara e Ryan Mendes, mentre da quello locale Paul Pogba, Benjamin Mendy, Steve Mandanda, Ryad Mahrez e Charles N’Zogbia fra gli altri.

Per un club di provincia non è facile sopravvivere, escluso dalla grande visibilità delle metropoli e dal grande appeal televisivo, ma il Le Havre ci è riuscito, producendo un numero di giovani e promuovendoli in prima squadra ogni stagione, per poi venderli ai grandi club e reinvestire i soldi delle cessioni nelle proprie strutture e nella propria organizzazione giovanile, in modo da produrre altri giovani in grado di prendere il posto di quelli appena venduti.

Alcuni giovanissimi nella struttura dedicata allo studio a Saint Laurent de Brèvedent


Nel 1999 la società normanna ha aperto la propria cittadella dello sport nella vicinissima Saint Laurent de Brèvedent,  con strutture distribuite nell’arco di 6 ettari, comprendenti gli uffici amministrativi del club collocati in un edificio di due piani, un edificio dedicato al dopo scuola e allo studio per i giovani atleti, un campo regolamentare, un terreno sintetico, una pista d’atletica dotata di vicine pendenze per i test fisici, tre campi da tennis, un ristorante, spogliatoi e un locale contenente un centro massaggi e un infermeria.

Il nuovo Stade Ocèane, da me fotografato nella primavera del 2015


Grazie alle percentuali e alle cifre ricavate dai trasferimenti, la società ha potuto costruire il moderno Stade Ocèane di fianco all’ormai vetusto Stade Louis Deschaseaux, nei pressi del noto Pont de Normandie.
Nell’ultima gara di campionato, vinta 3-1 a Clermont, l’HAC schierava Ferland Mendy (95’), Samba Camara (92’) Victor Lekhal (94’), Harold Moukoudi (97’) e Nathael Julan (96’), tutti prodotti del proprio Settore Giovanile.
Nel Luglio 2015 il club è stato prelevato dall’imprenditore italo-americano Vincent Volpe, in una mossa che ricorda l’acquisizione dell’A.C. Reggiana da parte di Mike Piazza.
Il texano, da 25 anni trasferitosi in Normandia per affari nell’industria navale locale, ha posto come obbiettivo il ritorno in Ligue 1 puntando però non a fare spese folli, ma a far crescere il club mediante i suoi giovani e qualche acquisto mirato.
Il prossimo investimento in programma per Volpe è infatti investire una consistente somma nell’ampliare ed allargare il Centro d’allenamento.

Uno degli stabili del Centre d'Entrenaiment di Saint Laurent 


L’HAC, un piccolo club di una petit ville, è la dimostrazione che il lavoro coi giovani deve essere di lungo termine e costruito passo dopo passo, con una tabella di marcia precisa e con strutture e allenatori adeguati.
In Italia, purtroppo, si tende a “montare la testa” ad un giovane talentuoso, subito oggetto di attenzione da parte di molti dopo alcune buone prestazioni: per nostra fortuna esistono ancora isole felici in cui i nuovi protagonisti esterni del mondo dello sport non possono entrare, ma per tanti aspetti si rovina la crescita sana e tecnica di un giovane ragazzo esposto alle tante tentazioni della propria età.

Vincent Volpe, presidente italo-americano dell'HAC

Solamente nel momento in cui, come esposto da Jasmin Repesa, i più, in tutti gli sport, guarderanno ai ragazzi come una pianta da coltivare nel tempo per raggiungere un determinato obiettivo (cito la filosofia del Barcellona che sviluppa ogni giovane per farlo esordire in Prima Squadra), e non più solamente al singolo risultato, solo allora lo sport italiano cesserà di emettere singhiozzi ed assistere a Nazionali mediocri imbottite di oriundi e giocatori con scarsa tecnica causa mancanza di alternative.
E' tempo che lo sport nazionale prenda esempio da realtà come il Le Havre e raggiunga l'altra sponda del Pont de Normandie.

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