FOLLOWERS

palabigi

palabigi

LA STORIA DELLA PALL. REGGIANA

La Pallacanestro Reggiana è stata fondata il 3 Settembre 1974 da otto amici con lo scopo di creare una squadra che unisse la comunità cestistica di Reggio Emilia.
Iniziò il proprio cammino disputando la Promozione Regionale con una divisa biancoblù sponsorizzata dai Magazzini Jolly, ottenendo la promozione in Serie D, dove rimase per due stagioni per poi essere nuovamente promossa, stavolta in Serie C.
La stagione 1977-78 vide il club fondersi con la Cestistica Tricolore e le Cantine Riunite diventare proprietarie, fornendo una sponsorizzazione e cambiando i colori negli attuali bianco e rosoo.
Durante la stagione, un roster composto in larga parte da giovani giocatori reggiani capitanati da Gianni Codeluppi ottenne la promozione in Serie B.
L’offseason fu teatro di un altro cambiamento societario, con le Riunite ad inglobare la Pallacanestro Correggio, mossa che permise l’arrivo del grande Orazio Rustichelli.
Sul parquet, però, la squadra faticò ad ingranare, concludendo all’ultimo posto, ma evitando la retrocessione grazie ad un ripescaggio.
Nelle stagioni successive la Reggiana si adattò al livello della Serie B, senza però riuscire ad ottenere la promozione in A2, nonostante l’innesto di Piero Montecchi dal Settore Giovanile.



Giocatori come Rustichelli, Montecchi, Fuss e Zonta condussero Reggio Emilia alla promozione in A2 nello spareggio di Udine contro la Necchi Pavia alla fine della stagione 1981-82, con mille giovani tifosi ad invadere il parquet per festeggiare.
Il Presidente Enrico Prandi riuscì a trattenere Gianni Zappi come Coach ed ingaggiò i primi americani Roosevelt Bouie e Rudy Hackett, padre del futuro giocatore azzurro Daniel.
Questi giocatori, insieme a Pino Brumatti e al nuovo allenatore Gianfranco Lombardi, permetteranno al club di salire in Serie A per la prima volta.
La società si salvò per tre stagioni consecutive, arrivando ai Playoff nel 1986, ma registrando la partenza di Piero Montecchi alla volta dell’Olimpia Milano.
L’allenatore Piero Pasini ricondusse immediatamente in Serie A la Reggiana, dove rimase per le successive stagioni , ingaggiando anche Joe Bryant, che arrivò a Reggio con il figlio Kobe che giocò per il Settore Giovanile.



Nel 1990 le Cantine Riunite cedettero il club alla Coopsette, con Sidis come main sponsor: i biancorossi raggiunsero la Final Four di Coppa Italia, ma un calo nella seconda parte della stagione portò alla retrocessione.
La preseason della stagione 1992-93 vide l’arrivo della leggenda ex NBA Mike Mitchell, che riportò la squadra in Serie A.
Due stagioni più tardi la Reggiana retrocedette nuovamente in A2, il che portò la società a decidere di puntare sul nucleo del proprio Settore Giovanile, comprendente Alessandro Davoli e Gianluca Basile.
Con il ritorno in A nel 1997, Lombardi di nuovo in sella ingaggiò un giovane Max Menetti come assistente e costruì un roster con giocatori del calibro di Chris Jent, Diego Pastori, Marcelo Damiao, Gianluca Basile e il sempreverde Mike Mitchell.
Una stagione fantastica vide il team raggiungere i Playoff, eliminando Milano 2-0 e Treviso 3-2, vincendo sulla sirena Gara 4 ed espugnando il PalaVerde in Gara 5 senza Mitchell, finendo la propria corsa in semifinale per mano della Teamsystem Fortitudo Bologna.
Il grande risultato permise alla Reggiana di giocare per la prima volta in Europa, nella Coppa Korac.
Con il ritiro di Mitchell a 41 anni e il passaggio di Basile all’Aquila, i biancorossi raggiunsero i sedicesimi in Europa e gli ottavi dei Playoff, sconfitti dalla Pepsi Rimini.



Due nuovi Presidenti (Elio Monducci e il compianto Chiarino Cimurri) e tre coach diversi non bastarono al club per evitare la retrocessione al termine della stagione 1999-00, con un recordi di 7 vittorie e 23 sconfitte.
Una squadra completamente rifondata da Franco Marcelletti conquistò i Playoff terminando terza la stagione successiva, arrivando alla Finale dopo la vittoria per 3-2 contro Ragusa, ma perdendo una partita al cardiopalma 81-79 contro Livorno in Gara 5 al PalaBigi.
Con la trasformazione dell’A2 in Legadue, Reggio vide l’ingresso di Stefano Landi nella società, con Cimurri Presidente della neonata Lega e il giovane Alessandro Dalla Salda, addetto stampa, diventare Amministratore Delegato.
Marcelletti reclutò Alvin Young durante la Summer League e Kris Clack, arrivando nuovamente alla Finale, dopo aver sconfitto Ferrara e Scafati, ma perdendo di nuovo Gara 5 in casa, stavolta contro la Napoli di Piero Bucchi 93-82.
La stagione 2002-03 iniziò con Luca Dalmonte come Coach e il veterano Stefano Rusconi in campo, ma i biancorossi persero la prima di tante sfide contro Jesi, uscendo al primo turno dei Playoff.
L’addio di Dalmonte aprì l’epoca di Fabrizio Frates, segnata da Kiwane Garris, Marco Mordente, Angelo Gigli, Alvin Young e Marcelo Damiao, che condusse alla promozione diretta.



Con un roster pressochè immutato, in Serie A la Bipop Carire terminò il girone d’andata al secondo posto, qualificandosi per le Final Eight di Coppa Italia di Forlì, dove, dopo aver eliminato prima Milano e poi Roma, venne sconfitta 74-64 in finale dalla Treviso di Andrea Bargnani, Marcus Goree e David Bluthental.
Una campagna acerba nella stagione 2005-06, dove la Bipop terminò undicesima, fu caratterizzata però dagli ottimi risultati nella ULEB Cup: dopo aver superato la Regular Season, i biancorossi sconfissero il Ventspils agli ottavi, uscendo ai quarti contro l’Hemofarm di Vrsac di Milenko Topic.
La stagione seguente la squadra retrocesse in Legadue a causa di una differenza canestri negativa con l’Air Avellino, nonostante le irregolarità notate dalla Lega nell’acquisizione di Erazem Lorbek da parte di Treviso, solamente penalizzata.
La Reggiana precipitò nei meandri della Legadue nella stagioni successive, mancando più volte i Playoff e rischiando di retrocedere nei Dilettanti nel 2011, salvandosi all’ultima giornata contro Veroli grazie alla sconfitta di Verona a Scafati.
Con una grande grinta, il roster a disposizione di Menetti stravinse la Legadue la stagione successiva, con un record di 20-8.



L’ottimo momento di Reggio proseguì in Serie A, dove la Trenkwalder raggiunse il sesto posto, venendo eliminata a Gara 7 dalla Roma di Gigi Datome con 600 tifosi al seguito nella Capitale.
Con la partecipazione all’Eurochallenge, la squadra guidata da Andrea Cinciarini e James White raggiunse le Final Four, ospitate al PalaDozza di Bologna, dove conquistò il suo primo trofeo continentale, sconfiggendo il Triumph Lyubertsy 79-65 di fronte a 4.000 spettatori.
In Italia, la Grissin Bon venne sconfitta in Gara 5 ai quarti dalla Montepaschi Siena, in una serie macchiata da errori arbitrali.



La stagione seguente, una Reggio maledetta dagli infortuni uscì al primo turno dell’Eurocup, ma terminò al terzo posto la Regular Season, nonostante un 118-68 subito al Forum d’Assago.
Dopo aver eliminato in cinque gare l’Enel Brindisi, i biancorossi vinsero la serie contro Venezia, espugnando il Taliercio in Gara 7 e raggiungendo la prima finale della propria storia.
Con la serie contro Sassari sul 2-2, Reggio portò Gara 6 a tre overtime con due match point di Cinciarini, ma uscì sconfitta 73-75 in Gara 5, subendo un parziale di 12-0.
La scorsa stagione ha visto la Grissin Bon vincere la sua prima Supercoppa Italiana a Torino, sconfiggendo Sassari e Milano; con un record di 11-4 la società terminò per la prima volta il girone d’andata al primo posto e raggiunse le Last 32 di Eurocup, dove venne eliminata.
Concludendo la stagione al secondo posto, Reggio eliminò Sassari 3-0 e Avellino 4-3, raggiungendo nuovamente la Finale.
Milano, però, ebbe la meglio sulla Grissin Bon, vincendo la serie 4-2.



LA RIPRODUZIONE DEL MATERIALE FOTOGRAFICO "ROSSI FOTOGRAFI" E "PRIMO SALATI" NON E' AUTORIZZATA 

Nessun commento:

Posta un commento